Resto al Sud

Imprenditoria giovanile contro la grande fuga

Uno dei maggiori problemi che affligge le Regioni meridionali è costituito dallo spopolamento, soprattutto delle aree interne. L’assenza di opportunità di lavoro, dovuta all’endemica carenza di attività produttive, induce alla ricerca di occupazione in altre Regioni o all’estero, soprattutto da parte dei giovani; la debole infrastrutturazione e l’insufficiente rete di servizi scoraggia l’attività di impresa. Si ha insomma un circolo vizioso in cui l’assenza di attività produttive incoraggia l’esodo e il deperimento economico e demografico a ciò dovuto svuota i mercati di queste aree.

È necessario spezzare il circolo vizioso in cui l’assenza di attività produttive incoraggia l’esodo 

Ripartire da "Resto al Sud" e dalla "Banca delle terre"


Una tale situazione non può essere affrontata tramite iniziative episodiche e frammentate, ma impone un approccio integrato. Le misure introdotte dal Decreto Mezzogiorno del giugno 2017, con particolare riferimento a “Resto al Sud” e alla “Banca delle terre incolte e abbandonate”, costituiscono un valido punto di partenza: la prima – capitale che lo Stato mette a disposizione tramite Invitalia per i giovani che vogliono fare impresa - sta dispiegando i suoi effetti con oltre 5.000 domande approvate e 20.000 giovani occupati, altre 7.000 già presentate e in corso di valutazione e altre 15.000 in compilazione (in totale oltre 27.000 domande per un’occupazione compresa tra i 3 e i 4 giovani a domanda). La Banca delle terre – censimento da parte dei Comuni dei terreni abbandonati da mettere a disposizione di giovani che vogliano avviare attività agricole, agroalimentari o turistiche – è per il momento più indietro nella sua applicazione e quindi ha bisogno di un forte impegno di accelerazione.

Il ruolo delle istituzioni

Questi due strumenti sarebbero ancora più valorizzati se accompagnati dalla progettazione da parte delle istituzioni del territorio di iniziative integrate finalizzate allo sviluppo autopropulsivo dei territori. Per esempio favorendo l’insediamento di cittadini anziani: sia il ritorno di quelli emigrati, sia l’afflusso da altre località, invertendo il fenomeno dell’”esodo” della popolazione in quiescenza verso Paesi esteri più favorevoli sul piano fiscale, del costo della vita, ecc. attraverso la creazione di condizioni di attrattività.

Ripopolare per rilanciare la domanda di beni di consumo, attività e servizi destinati agli anziani 

L’approccio, al riguardo, dovrebbe essere basato su misure diverse caratterizzate da rapporti di interconnessione: in particolare, l’innalzamento della domanda prodotto dalle politiche per gli anziani, costituisce uno dei presupposti per l’offerta realizzata nell’ambito dell’imprenditoria giovanile. Il ripopolamento, infatti, oltre a suscitare la domanda di beni di consumo, crea il fabbisogno di attività e servizi specificamente destinati agli anziani (ad esempio telemedicina, centri di benessere, attività di assistenza, servizi alla persona, attività di piccola manutenzione, ecc.) che possono essere realizzati da imprese giovanili

Al contempo, l’”attrezzatura” del territorio realizzata tramite le iniziative imprenditoriali giovanili volte a produrre servizi assistenziali e sociali, costituisce un fondamentale elemento di attrazione per la residenza degli anziani. Le attività a favore degli anziani, tuttavia, non devono limitarsi a servizi di assistenza e di supporto alle loro esigenze più immediate; ad essi devono associarsi iniziative culturali e del tempo libero. Queste ultime non sono rivolte alla sola popolazione anziana, ma riguardano la generalità dei cittadini e il loro sviluppo è in grado di promuovere l’afflusso turistico favorito dall’integrazione tra attività diverse (culturali, agricole, artigianali, agroalimentari, ecc.).

Altra condizione fondamentale consiste nel dotare i territori in cui si sperimenta il Progetto di servizi e infrastrutture adeguati. Ciò vale, in particolare, per le reti telematiche, dei trasporti e idriche e per i servizi di smaltimento dei rifiuti, la cui insufficienza costituisce un serio ostacolo sia per l’attrazione della popolazione anziana, sia per l’insediamento di attività imprenditoriali, sia per lo sviluppo del turismo. Da quest’ultimo punto di vista occorre collegarsi ai programmi della coesione, sia nazionali che regionali.

La ripartenza: 5 cose da fare subito. Infrastrutture, Zes, lavoro, giovani, inclusione
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