26 aprile 2021   Articoli

Zes, la rampa di lancio dei porti

Francesco Tavassi - Repubblica Napoli

Logistica digitalizzata e piena implementazione dell’intermodalità tra porti, retroporti e interporti sono la chiave del successo delle Zone Economiche Speciali come strumento di facilitazione degli investimenti e rampa di lancio dell’export per il Mezzogiorno d’Italia.

 Ne discuterò con la Ministra per il Sud e la Coesione Territoriale, Mara Carfagna, nell'ambito dell'evento online "Una sfida per il Recovery Plan e oltre: le ZES come leva per lo sviluppo del Mezzogiorno", organizzato lunedì 26 aprile alle ore 18.00 dall'associazione Merita. Sarà possibile seguire l’evento sul sitoufficiale www.associazionemerita.it, e su tutti i canali social dell’Associazione.

Nel suo intervento all’attenzione del Presidente del Consiglio, nell’ambito delle consultazioni con le Parti Sociali sui temi di Def, misure più urgenti per le imprese e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha elencato i tre pilastri della visione sinergica degli Industriali. Uno dei tre riguarda l’economia del mare: «per la transizione tecnologica ed energetica nella mobilità marittima e movimentazione logistico-portuale». D’altro canto le otto Confindustrie regionali del Sud sono insieme al lavoro su “Costruire il Mediterraneo”, il documento programmatico con le iniziative concrete per strutturare la centralità del cluster marittimo a supporto dell’idea dell’Italia come “piattaforma logistica del Mediterraneo”.

La più recente bozza del PNRR, a breve al vaglio delle Camere, prevede una componente “Intermodalità e logistica integrata”. La componente contempla iniziative fortemente innovative e certamente attese dal comparto logistico, come il CMR elettronica, vale a dire la versione digitale della lettera di vettura, nel solco della domanda di omologazione delle procedure di movimentazione delle merci mediante la smaterializzazione di queste stesse procedure. Ma non posso fare a meno di notare che il PNRR contempla pure la «semplificazione delle transazioni di importazione/esportazione attraverso l'effettiva implementazione dello Sportello Unico dei Controlli»: finalmente parliamo di quello Sportello Unico Doganale che attende dal 2014 di diventare una realtà concreta per il Paese e i nostri territori. D’altronde alle stesse ZES, introdotte con il Decreto Mezzogiorno del 2017, si apre solo oggi la via per una loro effettiva implementazione. I porti del Sud Italia possono essere gateway per i traffici inter-mediterranei e verso il Centro-Sud Italia. Ma le infrastrutture sono la precondizione per lo sviluppo e il successo delle ZES. 

Bisogna essere molto realisti: richiederà del tempo, ben oltre la deadline europea del 2026, perché i nostri distripark retroportuali possano competere con quelli nordeuropei, che per altro servono un mercato di prossimità con un oggettivo superiore potere d’acquisto. È cruciale perciò ripensare gli interporti meridionali: terminal “naturali” del decongestionamento di porti e retroporti, debbono essere dotati dei collegamenti ferroviari con i porti e diventare aree di "logistica a valore" con servizi che all’attività caratteristica associno il packaging, la preparazione alla distribuzione e altre attività valore aggiunto. Sorvegliare l'equità dei riparti è imprescindibile, saper progettare le infrastrutture, materiali e immateriali,e realizzare le semplificazioni normative e burocratiche lo è altrettanto. Il Mezzogiorno si costituisca come “tavolo permanente” intorno al quale siedano non solo le istituzioni ma anche quelle parti sociali che conoscono gli orientamenti del Mercato.

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Il futuro del Sud è inscritto nel futuro d’Italia e d’EuropaLo sviluppo del Mezzogiorno e il superamento definitivo della questione meridionale è oggi più che mai interesse di tutta l’Italia.
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