06 gennaio 2021   Rassegna stampa

«Stellantis sarà volano per il Sud, ma per difendere i lavoratori stop ai licenziamenti e sostegno»

Intervista a Giovanni Sgambati di Simona Brandolini - Corriere del Mezzogiorno

Il 2021 comincia con una fusione di due colossi dell'auto e una serie di crisi aziendali. Da una parte Stellantis, dall'altra Whirlpool, Jabil, Meridbulloni e tante altre. Non si conosce ancora il piano industriale, ma che giudizio dà della fusione tra Fca e Psa? «Da vecchio brontosauro del sindacato va dato merito a Elkann di aver concluso il lavoro di Marchionne». Non stupiscano le parole di Giovanni Sgambati, la Uil che lui guida appoggiò ai tempi del referendum in Fiat il sì al piano Marchionne.

Cosa intende?

«Era quello che aveva in mente Marchionne per consolidare Fca, il futuro riguarderà soltanto quattro o cinque grandi gruppi. Crysler non era sufficiente. Questa operazione proietta ciò che resta di Fiat nel futuro. Tenendo conto che Exor è il maggior azionista».

Sembra entusiasta.

«Per ora la mia valutazione è positiva, è una grande opportunità per gli insediamenti meridionali da Pomigliano a Pratola Serra, a Melfi. In fondo si è ritornati a un'alleanza con Peugeot che fu già testata con Alfa Romeo. Non è una novità assoluta».

E la partecipazione del governo francese in Peugeot secondo lei non creerà uno sbilanciamento nei confronti dell'Italia?

«L'alleanza è al 50 per cento non c'è una prevalenza francese. Bisogna guardarla in una visione globale. Uno deve immaginare il futuro di questo gruppo, che avrà risorse per innovare. Ora coprono quattro contenenti, è uno dei player meglio posizionati dal punto di vista di mercato. Il futuro saranno le nuove alimentazioni: elettrico e idrogeno».

Qual è il vantaggio competitivo per Pomigliano, Pratola e Melfi?

«Siamo inseriti non più nel contesto degli arretrati, ma tra i capofila. I gruppi più modesti sono destinati a ridimensionarsi. Inoltre non esistono solo Pomigliano e Melfi ma anche una rete di indotto che avrà grandi opportunità. Il futuro delle forniture cambierà. Le batterie saranno uno dei segmenti importanti, ma anche sulla guida autonoma ci sono potenzialità in Campania e nel Sud. In fondo abbiamo il baricentro di sviluppo in Elasys sempre a Pomigliano».

Insomma un ok sulla fiducia.

«Avere realtà competitive in questo quadro potrà essere un'occasione di sviluppo generale. Poi valuteremo il piano che avanzeranno. Da come eravamo partiti a oggi mi sembra un grande successo».

Il rovescio della stessa medaglia sono le tante vertenze aperte e una crisi appena agli albori.

«Sono decine. Avevamo dato l'allarme nel mese di maggio attraverso il Corriere del Mezzogiorno sul rischio illegalità. E purtroppo il pericolo che crisi sociale e infiltrazioni criminali vanno di pari passo si conferma. Quindi da una parte dobbiamo trovare aiuti. Siamo stati bravi a associare la Cassa Covid al blocco dei licenziamenti fino a marzo. Se, come l'Europa sta immaginando, si rifinanzierà la misura Sure, non sarebbe sbagliato che al Sud si continuassero ad avere ammortizzatori e blocco dei licenziamenti, non perché siamo per l'assistenza ma perché la ripresa sarà difficilissima».

Qual è il ruolo dei sindacati in questa fase storica?

«Difendere quel po' di industria che abbiamo, se non lo faremo sarà impossibile riconquistare spazi perduti. E chiaro che noi paghiamo una fragilità antica. Ma dobbiamo difendere gli apparati produttivi per noi fondamentali».

Qualcuno vorrebbe riformare gli ammortizzatori sociali.

«Che si possa affrontare la discussione siamo d'accordo, ma non si cambiano le regole durante una partita così dura come quella contro il Covid».

Ha fiducia nelle istituzioni?

«Vedo che c'è ancora un continuo rimpallarsi le responsabilità, non c'è un'idea di Paese. L'appello del presidente della Repubblica è condiviso a chiacchiere ma nei comportamenti no. Serve coesione, ma vera. E obiettivi. Non si difendono pezzetti di Paese, ma l'intero Paese».

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