30 luglio 2020

Una questione nazionale - Il Mezzogiorno da «problema» a «opportunità»

a cura di Giuseppe Coco e Claudio De Vincenti

Di seguito trovate l'introduzione del volume Astrid sul Mezzogiorno edito dalla casa editrice il Mulino. In allegato trovate invece la copertina, l'indice e la premessa.


A distanza di più di 150 anni dall’Unità d’Italia, la questione meridionale resta questione non risolta e determinante della tenuta sociale e istituzionale del Paese. Sebbene tuttora in ritardo dal punto di vista economico e industriale, il Mezzogiorno è tutt’altro che fermo e presenta importanti potenzialità, come ha dimostrato nel triennio 2015-17: nonostante fosse stato colpito dalle conseguenze della crisi del 2008 in maniera più dura del Centro-Nord, è stato in grado in quegli anni di agganciare la pur limitata ripresa del nostro Paese in tutte le variabili rilevanti, in particolare PIL, occupazione, investimenti ed esportazioni.

Il gruppo di studio di Astrid sul tema ha affrontato la questione meridionale da tre punti di vista, distinti ma fortemente interrelati: il tessuto produttivo e le politiche per lo sviluppo; il divario nei servizi, nelle infrastrutture e nelle condizioni di vita; la tenuta della qualità istituzionale. Ne è nato un volume frutto di riflessioni corali e coordinate sui principali problemi del Mezzogiorno d’Italia.

L’esplosione della crisi conseguente all’emergenza sanitaria non cambia i problemi ma rende più urgenti e indifferibili le politiche necessarie ad affrontarli. L’ispirazione di questo lavoro è «risorgimentale», essendo convinzione degli autori che la questione meridionale sia questione nazionale e che sia specifica responsabilità dello Stato affrontarla.

Solo nell’appartenenza alla collettività nazionale con i propri diritti e doveri si può porre la questione dell’intervento per ridurre e alla fine chiudere il divario. Il recupero del Secondo dopoguerra è avvenuto in maniera integrata col processo di unificazione reale del Paese, con la sua industrializzazione e infrastrutturazione, con le grandi reti di trasporto e di energia e con la promozione di standard uniformi nella scuola e nei servizi. Senza vagheggiare impossibili ritorni al passato, la tesi centrale è che sia arrivato il momento di enfatizzare maggiormente il senso dell’appartenenza alla comunità nazionale, che così limpidamente si è manifestato durante l’emergenza sanitaria.

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