29 aprile 2020   Articoli

Garantire servizi adeguati ai piccoli Comuni

Luigi Famiglietti - Repubblica Napoli

In questi tempi di emergenza da “CoronaVirus” assistiamo basiti ad un pullulare di provvedimenti quotidiani di Governo, Regioni e Comuni, a volte anche in contrasto tra di loro, che ci intimano di tenere determinati comportamenti anche lesivi delle nostre libertà personali in nome della tutela della salute pubblica.

Le ordinanze delle Regioni toccano tutti i comuni indipendentemente dalla loro grandezza, dal numero degli abitanti e dal personale amministrativo a disposizione.

Anche gli amministratori dei comuni più piccoli gestiscono la fase emergenziale spesso in autonomia, sigillano i propri confini e a volte arrivano addirittura a vietare l’ingresso ai propri supermercati a quei clienti abituali che, pur abitando a pochi passi dall’esercizio commerciale, risiedono nel comune vicino.

Credo che d’ora in poi, nel gestire la fase post emergenza con conseguente emanazione di nuove misure comportamentali per i cittadini, non potranno valere le stesse regole per Portici che conta 11.745 abitanti per chilometro quadrato e Castelfranco in Miscano che conta 20 abitanti per chilometro quadrato.

Nella “fase 2” potrebbero acquisire una nuova centralità le c.d. aree interne della Campania, quei piccoli comuni fatti anche di tante frazioni e case sparse dove il distanziamento sociale è fisiologico, il silenzio e gli spazi vuoti sono “lussi di serie” e non un effetto del lockdown, potrebbero essere meta di un turismo “enplenair” da parte dei cittadini residenti nelle aree a più forte urbanizzazione.

Tuttavia bisogna recuperare il tempo perduto in tema di efficientamento amministrativo e di potenziamento dei servizi di questi territori, a cominciare dall’abbattimento del digital divide.

Il Ministro Provenzano con il Piano per il Sud vuole trasformare la sperimentazione nazionale sulle aree interne in una strategia politica per i piccoli comuni e   il ruolo delle Regioni sarà fondamentale per centrare l’obbiettivo.

Innanzi tutto occorre accelerare sul tema della riorganizzazione istituzionale dei piccoli comuni.

Si tratta di un tema non più rinviabile: il comune, oltre ad essere il primo livello di governo eletto che incontrano i cittadini e le imprese, è l’ente chiamato a svolgere funzioni e ad erogare servizi essenziali per la vita della comunità e del suo sviluppo. Gli obblighi normativi sulla gestione associata non hanno prodotto grossi effetti soprattutto in Campania, in assenza di ulteriori incentivi economici oltre che di iniziative di supporto tecnico da parte della Regione.

E’ innegabile il ruolo decisivo che può avere la gestione associata dei servizi nella risposta alle emergenze, soprattutto in tema di protezione civile e assistenza sanitaria.

In tutta la Regione occorre prestare molta più attenzione, in campo sanitario,  all’area convenzionata dell’emergenza territoriale e della medicina generale, ponendosi l’obiettivo di raggiungere quanto prima i Livelli Essenziali di Assistenza,  ossia un punto di  soccorso avanzato ogni 60.000 abitanti, intervenendo nei codici rossi in 8 minuti in area urbana, 20 minuti in area extraurbana, e dove per soccorso avanzato s’intende l’insieme e l’integrazione delle figure di medico, infermiere ed autista soccorritore.

Come la strategia nazionale sulle aree interne ha già sperimentato con successo in alcune aree del Paese, è possibile ridurre le ospedalizzazioni inappropriate potenziando le attività di prevenzione e garantendo l’assistenza domiciliare integrata agli anziani, ai disabili e alle persone fragili con il coinvolgimento del terzo settore per servizi di prossimità.

Bisogna accrescere il numero e la qualità dei presidi sanitari territoriali come case della salute, poliambulatori, farmacie aperte h24 come pure prevedere l’inserimento di nuove figure professionali come gli infermieri di comunità.

Abbattere il digital-divide non significa soltanto favorire lo smartworking nelle aree interne ma anche portare i servizi fondamentali come la telemedicina in alcuni comuni collocati in posizioni geografiche difficili, trovando soluzioni innovative rispetto ai fabbisogni specifici dei territori.

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