17 giugno 2021   Articoli

Caro studente, ecco i compiti: svuotati e riparti

Viola Ardone - Repubblica

È vero, è stato tutto più difficile, eppure quante cose hai imparato quest’anno? 

Hai imparato che puoi svegliarti tre minuti prima dell’inizio delle lezioni e che, nonostante tutto, fai parte di una classe anche se sei da solo nella tua stanza, hai imparato ad attivare l’audio solamente se interpellato, a calcolare mentalmente un metro di distanza e a interporre quell’intervallo tra te e il mondo, le equazioni fratte, l’aoristo passivo, le differenze tra i vaccini a vettore virale e quelli a mRNA, l’ablativo assoluto, che Ca è il simbolo del calcio e non del carbonio, a simulare interesse per le mie lezioni, ma a interessarti per davvero ai manga o alla musica indipendente, ai cambiamenti climatici mondiali, alla tutela dei diritti umani, alla politica, hai imparato a seguire contemporaneamente in stereofonia una spiegazione di fisica e il finale di stagione della tua serie preferita.

Hai imparato che mangiucchiare nervosamente il cappuccio di una penna non è mica un innocuo passatempo per ammortizzare la noia dell’ora di filosofia ma un terrificante veicolo di agenti patogeni, hai imparato a starnutire nel gomito, a sorridere con gli occhi, a fare gli addominali sul tappeto del salotto.

Molte di queste cose non riuscirai a dimenticare, nemmeno se lo volessi, altre scivoleranno senza lasciare traccia: diverse formule di chimica, alcuni costrutti latini, le classi, gli ordini e le famiglie dei viventi… La scuola è fatta - così come la vita - di cose che trascorrono e di cose che sedimentano, il nostro inesausto cammino comune.

Ma il viaggio di quest’anno è stato lungo e difficoltoso, e torni a casa con un bagaglio pesante e pieno di ricordi. Prova a disfarlo, osserva con nostalgia e meraviglia tutto quanto ci hai stipato e infine tieni solo quello che ti è necessario.

Questo è il mio assegno per l’estate: impara a disimparare, fai spazio, libera, alleggerisci, svuota. 

È la condizione ideale per poter ripartire. Lascia andare le insufficienze, lascia andare la bocciatura, lascia andare la media dell’otto. Quei voti ora sono sulla tua pagella, rappresentano quello che sei stato fino a un minuto fa, ma da qui in poi è tutto nelle tue mani. 

Ricordi Ulisse? Ha appena fatto ritorno a Itaca dopo venti anni di lunghissime avventure e già annuncia a Penelope che è pronto a ripartire e che stavolta non si fermerà fino a quando non si sarà imbattuto in una popolazione che non conosce il mare. Compito di italiano: fai come Ulisse impara a ripartire.

Prova a disimparare le ore trascorse davanti a uno schermo, disimparare il morbido del materasso o della poltrona. Mettiti scomodo su un prato, su una spiaggia, a cavallo di un tronco d’albero come un novello “barone rampante”, su un muretto imbiancato a calce viva in una stradina di campagna e aspetta. 

Compito di fisica: calcola il tempo necessario affinché un frutto si stacchi dal ramo seguendo la legge di caduta dei gravi. Se poi quel “grave” è maturo e commestibile, assaporane tutta la dolcezza. Prova a disimparare il brusio del web, i rumori di fondo, il rimbombo dei microfoni. Compito di musica: ricerca il silenzio, dovunque si nasconda, e classificane i diversi tipi, quello lieve, quello profondo, quello totale.

Prova a disimparare i tutorial per rassodare bicipiti e adduttori in sette giorni. Compito di scienze motorie: mettiti in cammino, scegli la tua andatura, segui il ritmo che è tuo e soltanto tuo. Prova disimparare meet, disimparare zoom, disimparare whatsapp, tanto per impararli di nuovo ti basta poco o niente. Scopri il piacere del tempo lento, un po’ più analogico e un po’ meno digitale, del lavoro paziente, delle soluzioni complesse a problemi complessi. 

Compito di scienze: vai in un giardino e pianta un albero, un fiore, un ortaggio, aspetta che germogli e guardalo crescere un po’ ogni giorno. Prova a disimparare le mappe di google e inizia a orientarti da te, trova la tua strada. Sarebbe ancora meglio se riuscissi a perderti, ogni tanto, che è un compito difficile, se ci pensi bene. Puoi perderti nello spazio terrestre o in quello celeste, se ne hai voglia. 

Compito di geografiaastronomica: in una notte d’estate, meglio se il dieci del mese di agosto, sdraiati supino su di un prato e resta a guardare. Non so quanto sarà lunga l’attesa, ma so che a un tratto vedrai un lampo nel cielo di stella cadente: accompagna con lo sguardo quel graffio nella notte fino a che non si riconsegnerà al buio e poi esprimi un desiderio. Impara a chiedere al cielo, alle stelle, alle nubi, a un dio, a te stesso, soprattutto. 

Impara a immaginare di nuovo il futuro dopo averlo perso di vista per un po’, impara a sognare in grande, a progettare il mondo che vorresti, a difendere le tue convinzioni, impara a riconoscere i tuoi desideri in una notte d’estate.

Compiti per la vita: impara a desiderare.

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