07 gennaio 2021

I dubbi sull'obbligo dei vaccini

Giuseppe Coco - Corriere del Mezzogiorno

Come a molti nel corso delle vacanze mi sono arrivati dei video in cui un uomo o una donna che si vaccinavano subivano effetti disastrosi. Nell’ultimo (in francese) un uomo diventa un cavallo. Questo tipo di propaganda illustra la competenza di chi la produce. Si tratta del cosiddetto effetto di Dunning-Kruger. Secondo questo schema, certi individui credono di aver capito fenomeni complessi con certezze granitiche, appena acquisite alcune conoscenze di base. Man mano che acquisiscono più informazioni, si rendono conto dei gradi di complessità che avevano ignorato. La loro sicurezza sugli argomenti aumenta poi quando diventano veri esperti.

La diffidenza nei confronti dei vaccini nasce probabilmente dal fatto che essi comportano un trattamento sanitario, piuttosto invasivo, senza che il soggetto sia in effetti malato. Allo stesso tempo esso genera dei (necessari) profitti. In un paese strutturalmente diffidente del potere la combinazione delle due cose fa crescere facilmente le teorie complottiste.

Va detto che la presenza pervasiva dei virologi in televisione in questi mesi non ha aiutato a migliorare la fiducia generale. Mentre la maggior parte degli italiani, impaurita dal virus e dalle sue conseguenze, era senz’altro disponibile ed anzi desiderosa di rivolgersi agli esperti, molti di essi si sono abbandonati a affermazioni prive di basi solide, con toni di volta in volta terrificanti ovvero bonariamente ottimistici. Gli stessi trattamenti consigliati sono cambiati in maniera drammatica da aprile ad oggi. Questa contraddizione non aiuta la retorica della scienza come pilastro cui affidarsi nell’incertezza.

Sia chiaro che il fatto che la scienza cambi idea su un certo trattamento e che scienziati diversi abbiano idee diverse non è una anomalia, anzi, fino ad un certo punto, è confortante. La scienza infatti si caratterizza precisamente per la possibilità di cambiare idea, quando l’evidenza o la sua interpretazione ragionevole cambi.  Rispetto alle credenze religiose è proprio la falsificabilità della scienza la sua caratteristica principale (Bertrand Russell ‘ La visione scientifica del mondo’), e quindi è antiscientifico sostenere che sappiamo tutto anche in una materia limitata. E’ quindi il dubbio l’aspetto che deve caratterizzate la scienza, e dobbiamo evitare di fare degli scienziati i nuovi sacerdoti con una verità innegabile da dispensare.

L’obbligo vaccinale può essere imposto, ci assicurano i costituzionalisti. Rimane la questione se sia accettabile sul piano morale o sul piano della opportunità. Le basi per imporre l’obbligo sono nelle esternalità che si produce se infettabili, ovvero negli effetti che questa scelta ha su altri cittadini. Se le conseguenze fossero solo a carico del soggetto non vaccinato infatti, solo una forma estrema di paternalismo giustificherebbe l’imposizione di un trattamento sanitario a soggetti non consenzienti. Bisognerebbe dichiararli incapaci di intendere e sono sicuro che non vogliamo spingerci a questo punto.

Ci sono due tipi di esternalità che rilevano. Da un lato si può infettare altri cittadini, dall’altro si impone un costo sulla sanità pubblica. Considerando che comunque le conseguenze principali sono a carico del soggetto non vaccinato, trascurerei il secondo tema. La possibilità che il soggetto non vaccinato infetti un altro, è invece dipendente tra l’altro anche dall’efficacia del vaccino nel tempo e dal numero di persone che non possono vaccinarsi (per allergie o altro). Tutti questi elementi vanno valutati nella scelta di imporre un obbligo vaccinale, avendo però bene in mente che obbligare qualcuno ad inocularsi un trattamento che quegli ritiene un veleno è un passo traumatico, che riporta alla mente regimi non democratici. Va quindi valutata con prudenza l’opportunità di introdurlo, ed anche ventilarlo in maniera leggera rischia di esacerbare l’opposizione.

Meglio sarebbe adottare intanto una strategia di informazione più completa sui controlli sui vaccini, sui risultati del monitoraggio degli effetti collaterali, per superare l’effetto Dunning, ma anche per semplice trasparenza. La prevalenza delle esigenze della ‘società’ sulla libertà individuale e alla autodeterminazione rimanga sempre un’arma di ultima istanza.

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Covid-19

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