19 maggio 2021   Articoli

L'industria e la città: non scordiamo il ruolo di Bari capitale a Sud

Federico Pirro - Repubblica Bari

Nell’ampio, qualificato ed appassionato dibattito che questa testata ha meritoriamente aperto su Bari e sulle grandi idee guida per il suo rilancio dopo la pandemia colpisce che quasi tutti gli intervenuti abbiano ignorato uno dei caratteri economici di fondo del capoluogo che è quello di una grande città industriale di rilievo nazionale, la cui sezione di maggiori dimensioni è addensata nell’agglomerato Bari-Modugno del Consorzio Asi, ma che annovera molti altri stabilimenti di piccole e medie imprese in altre aree cittadine.

Un apparato industriale quello del capoluogo settorialmente diversificato - dall’automotive alla meccanica varia, dalla chimica alla farmaceutica, dalla cartotecnica all’agroalimentare, dal legno-mobilio all’Ict, dall’energia al trattamento rifiuti - in cui spiccano multinazionali come TD-Bosch, Magna, Skf, Bridgestone, Dana, Marelli, Merck, Birra Peroni-Asahi, Thermocold-IngersollRand, BHNuovoPignone, Alstom, O-I-Owens-Illinois, Fincantieri-Isotta Fraschini Motori, Heintzmann, Air Liquid, Gazpromneft Lubricants - inserito in larga misura in catene del valore anche internazionali, cui si affianca un diffuso tessuto di Pmi e di aziende artigiane di produzione e di servizi: un apparato che ha resistito nei mesi più duri della pandemia e che ora è in fase di forte rilancio. In città, inoltre, hanno sedi operative siti di Fastweb, Telecom, Vodafone e di altre società con servizi a rete, dalle FS alle Ferrovie in concessione, con le loro officine di manutenzione, per finire all’AQP, la maggiore azienda acquedottistica dell’Italia meridionale. Accanto alle società manifatturiere e di servizi - fra cui si ricordano anche le municipalizzate Amiu Puglia, Amgas e Amtab - sono presenti le centrali di imprese edili locali che operano spesso anche in altre regioni italiane. 

Questo apparato di produzione industriale alimenta inoltre rilevanti flussi di import-export di materie prime, semilavorati e beni finiti - stimabile prudenzialmente in circa 3 miliardi nel 2020 - e utilizza servizi di società di logistica e di trasporto su gomma, su rotaia, e via mare, fra le quali si è affermata a livello nazionale e all’estero la barese GTS che ha anche un’officina di manutenzione del proprio parco locomotive: inoltre, tali movimentazioni quasi tutte in container transitano da Parco Lamasinata e dall’Interporto. Ma anche il settore bancario orienta sulle imprese dell’intero comparto il 40% circa delle sue allocazioni, mentre Dipartimenti di Politecnico, Università Aldo Moro e LUM hanno rapporti di collaborazione nella ricerca con alcune delle aziende prima ricordate. Anche l’ITS Cuccovillo è partecipato da grandi aziende che ne assorbono buona parte dei diplomati. Numerose attività di studi legali, notarili, medici e di commercialisti sono collegate all’industria, e così anche servizi aeroportuali, alberghieri e della ristorazione, perché spesso a Bari sono ospitate delegazioni in visita alle fabbriche delle multinazionali. 

La capacità di resilienza e di rilancio dell’industria barese ha potuto avvalersi di incentivi della Regione Puglia, a valere sui fondi della UE per il periodo 2014-2020, e di Invitalia; grandi società (Merck, BHNuovoPignone, Magna (ex Getrag), Bridgestone, Isotta Fraschini Motori, si sono già avvalse, o si accingono a fruire, di agevolazioni per contratti di programma, o di sviluppo, questi ultimi gestiti da Invitalia. Ma anche molte Pmi hanno utilizzato incentivi regionali, o il credito di imposta per avviare o intensificare nuovi investimenti. Ed altri insediamenti si annunciano, fra cui quello della multinazionale svedese Midsummer che produrrà pannelli fotovoltaici di nuova tipologia con un investimento di 66 milioni.

Inoltre, se alcune grandi imprese di Bari esercitano funzioni trainanti su cluster di PMI della Citta Metropolitana, l’industria del capoluogo costituisce la sezione di maggiori dimensioni dell’intero sistema industriale metropolitano che ha concorso nel 2018 (ultimi dati Istat) con gli altri comparti dell’economia locale - dall’agricoltura al terziario e sino alla Pubblica amministrazione - a fare della Città metropolitana di Bari, per il valore aggiunto totale delle sue attività economiche, la 2° area del Mezzogiorno dopo quella di Napoli, la 1° lungo la dorsale adriatica, superando Venezia, e la 15° in Italia.

Bari, insomma dovrà difendere e valorizzare la sua industria con tutte le sue supply chain, rafforzandola nelle sfide imminenti del PNRR e del decollo della ZES adriatica.

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Economia

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