10 dicembre 2021   Articoli

Una visione con occhi nuovi per incidere sulla realtà di un problema atavico

Il Mosaico Italia merita

“In natura la diversità è ricchezza” afferma una studentessa in Mosaico Italia, presentato il 7 dicembre 2021 e trasmesso in diretta sulla pagina Facebook dell’associazione Merita. ( https://youtu.be/waNNXSyLgns )

Tema: il divario Nord-Sud, questione ricoperta dalla polvere di un secolo e mezzo ormai  trasformatasi in roccia arenaria, troppo compatta per essere scossa da un dibattito che non sia afflitto dal solito cinismo. Ma questa volta è andata diversamente. I ragazzi hanno dimostrato che basta cambiare il punto di vista per cambiare completamente la narrazione.

Nell’ambito del format didattico innovativo In medias tres, ideato e realizzato dalla prof.ssa Valentina Stickdorn per il suo corso di italiano (https://inmediastres.sprachenzentrum.uni-passau.de/ ), un pugno di studenti dell’Università di Passau si è cimentato con occhi nuovi nell’esplorare il tema, enorme quanto irrisolto.

Il tentativo di attualizzare la questione è di per sé degno di nota e il fatto che l’iniziativa provenga da un gruppo di giovani tedeschi sposta immediatamente il focus della discussione dagli stereotipi trasmessi di generazione in generazione, a una visione coraggiosa, anzi semplicemente a una “visione” che parte dal cercare di capire, dall’ascoltare, dal fare (e farsi) domande strategiche, come quella della fata pronta ad esaudire ogni desiderio che chiede ai partecipanti “Dove vorresti vivere?”. Ecco, tiriamoli fuori i desideri, troppo spesso schiacciati da un oscuro senso di impossibilità, acquisita da decenni di emigrazione come quel laccio alla zampa del piccolo elefante che resterà legato anche da grande, non capendo che potrebbe strapparlo con un semplice passo.

Ma cos’hanno fatto esattamente gli studenti tedeschi? Hanno condotto una ricerca sul campo, coinvolgendo alcune università del Sud Italia (Università della Campania Luigi Vanvitelli, Università di Bari Aldo Moro, Università di Palermo) nel tentare di dare una lettura al 2021 di quel divario atavico che un vecchio articolo di giornale pronosticava superato entro il 2020.

Hanno interagito - naturalmente in italiano, che parlano molto bene - con docenti universitari sconosciuti, ricostruendo insieme a loro e ai loro colleghi studenti italiani i vari aspetti della situazione, dai tratti culturali e principalmente valoriali che emergono come elemento unificante forte e chiaro, agli elementi di diversità percepiti come ostacolo alla piena realizzazione della persona, in primis il divario di cittadinanza e la sfiducia nei propri mezzi ingenerata dagli stereotipi. Non è emerso, in modo particolare, il tema del genere che sembra quindi meno sentito dai giovani, mentre spicca l’importanza della tecnologia, che grazie alla pandemia è entrata maggiormente nella vita di tutti aiutando ad accorciare le distanze, anche tra Nord e Sud.

Ne emerge un quadro composito, in cui il confine non è (solo) tra Settentrione e Meridione. Un mosaico, appunto, che si coglie meglio nella sua unitarietà visto un po’ da lontano (da Passau va benissimo!) ma che racchiude nell’unicità di ogni tessera dettagli preziosi. E’ essenziale non inciampare sulle differenze, non cadere nella trappola della diversità che divide, ma lasciarle scorrere, queste diversità, come un film ricchissimo di suggestioni perché ognuno possa lasciarsi ispirare.

Mosaico Italia rappresenta un’esperienza importante per gli studenti, ben oltre l’apprendimento della lingua rispetto al quale è strumentale. L’approccio didattico adottato è di tipo partecipativo, mette cioè i ragazzi al centro in un processo di apprendimento, valorizzando il contributo unico di ciascuno, la corresponsabilità nella progettazione, nella realizzazione e nella valutazione del lavoro. Oggi è stato il momento della restituzione finale che ha coinvolto tutti coloro che hanno collaborato: studenti tedeschi e italiani, docenti delle università del Meridione e la prof.ssa Stickdorn dell’università di Passau, come a sottolineare il valore aggiunto di ogni passo condiviso e la circolarità del ritorno che esso genera.

Nel rivivere il lavoro e la riflessione che i ragazzi sono riusciti a realizzare credo che tutti, ma proprio tutti, si siano sentiti arricchiti non solo nella visione del mondo, ma anche e soprattutto della percezione del proprio potere di incidere sulla realtà. Un esempio bellissimo e coinvolgente da diffondere, a maggior ragione in un momento come quello presente afflitto da una dilagante percezione di impotenza.

di Monica Naef

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