20 luglio 2021   Articoli

Perché prendere sul serio invalsi

Giuseppe Coco - Corriere del Mezzogiorno

Vale la pena di tornare sulla debacle registrata dal sistema scolastico italiano, dal Mezzogiorno e dalla Puglia in ordine crescente di gravità nelle prove Invalsi di quest’anno per almeno due motivi. Da un lato perché ci sono risultati che sono rimasti in ombra nella discussione generale, dall’altro perché è partito un tentativo di sminuire la validità o la significatività di quei risultati, in particolare negando che essi siano correlati alla chiusura delle scuole e alla DAD. La prima prova che tutto l’effetto del crollo dei risultati sia da attribuire alle chiusure sta nella analisi delle differenze. Mentre i risultati delle scuole elementari, pur in diminuzione, non sono cambiati in maniera rilevante, quelli delle medie sono tutti molto peggiori e il gap è crescente col grado scolastico. Negare che questo sia in relazione alle chiusure è semplicemente arrampicarsi sugli specchi. Ma a rendere ancor più assurda quella opinione sono le variazioni relative tra le regioni: la Puglia è sempre tra le regioni che registrano gli arretramenti più forti in tutte le materie sia nelle medie inferiori che nelle medie superiori, insieme alla Campania. Non credo sia necessario ricordare che queste due regioni detengono il record di chiusure delle scuole medie, in particolare superiori, chiuse il doppio di alcune regioni del nord. 

I segnali di un peggioramento molto più marcato nella nostra regione sono enormi. Ne menziono uno clamoroso. E’ raddoppiata la percentuale di studenti con preparazione totalmente inadeguata a conseguire il diploma (dal 8 al 16% circa) che Invalsi giustamente qualifica come dispersione implicita, ovvero studenti che presumibilmente conseguono il diploma, ma le cui conoscenze sono inferiori a quelle ‘normali’ per studenti di medie inferiori. Nessuna altra regione ha visto un incremento così pesante. Insieme ai dati, non ancora disponibili per regione, sull’identità di chi ha perso terreno che segnalano in tutte le circoscrizioni una sofferenza (ovvia) degli studenti provenienti da classi sociali più disagiate, questo dato ci racconta in tutta la sua crudezza cosa è successo in Puglia quest’anno. Hanno perso i giovani e poveri.

La minimizzazione più assurda che si sia sentita e la più preoccupante però è quella dell’Assessore competente. I risultati non sarebbero significativi perché alle prove non si sarebbero presentati in molti. In effetti la cosa è strabiliante. La Puglia è l’unica regione in cui è calata in maniera drastica la popolazione che ha partecipato al test, siamo calati al 50% circa con circa 40 punti di differenza rispetto al test 2019. E’ una situazione unica, paragonabile solo alla Campania, ma peggiore. Senza arrivare a ipotizzare un boicottaggio della prova da parte delle autorità scolastiche della regione, vale la pena di osservare che un dato di cui ci si dovrebbe vergognare viene menzionato a discolpa. E però nonostante questo vale anche la pena di notare che Invalsi ha fatto comunque in maniera che il campione di scuole partecipanti sia rappresentativo dell’universo. Quindi i dati sono significativi al contrario di quanto dice l’Assessore.

La nostra Regione ha preso delle decisioni politiche con la chiusura delle scuole medie che hanno delle vittime precise. A pagare il conto delle chiusure saranno i giovani, tutti, ma soprattutto i più fragili socialmente ed economicamente, anche se ne sono ovviamente inconsci. Una intera collettività, fatta eccezione per alcune voci isolate, ha fatto prevalere ancora una volta le opinioni ma soprattutto gli interessi miopi degli anziani su quelle dei ragazzi, i più poveri, e sui nostri stessi interessi di lungo periodo. Fare finta che la DAD sia equivalente alla scuola in presenza significa guardare solo ad alcuni professori volenterosi e capaci di usare le nuove tecnologie e alcuni studenti, borghesi seguiti da famiglie colte. 

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