13 ottobre 2021

Mezzogiorno e Responsabilità Sociale di Impresa nella prospettiva europea del Reporting di sostenibilità

Il tema della Responsabilità Sociale d’Impresa cresce stabilmente nella consapevolezza delle istituzioni nazionali e internazionali e, più al Nord e meno al SUD, delle aziende, ma anche nell’attenzione della società civile e delle Università con più di 211 insegnamenti dedicati negli atenei del Mezzogiorno (dati Osservatorio Socialis). Da oltre cinquanta anni guarda ad un orizzonte che traccia migliori condizioni per la produzione e la competitività, per i lavoratori ed anche per i territori dove l’azienda opera, e stabilisce obiettivi concreti che nel tempo sono stati raggiunti e hanno fatto avanzare la visione che ispira la RSI.  Il corpus normativo si amplia ma per alcuni rimane ancora troppo sbilanciato sulla componente ambientale e meno cogente di quello che sarebbe necessario per una vera sostenibilità sociale. Oggi è condivisa la necessità di cambiare modello di sviluppo per renderlo sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale oltreché economico: il Green deal dell’UE che indirizza i fondi del Recovery and Resilience Fund e quelli dei Fondi strutturali per quasi due terzi su queste linee di sviluppo, coerenti con l’Agenda ONU 2030, interpella tutte le imprese e specie quelle meridionali a crescere nella partica della Responsabilità Sociale sia al loro interno che sul territorio dove agiscono. L’impresa è chiamata a creare valore sociale di lungo termine e anche il mondo finanziario ne terrà conto sempre di più. Cresce infatti la frequenza con cui gli investitori valutano i criteri ESG (Environmental, che riguarda l’impatto su ambiente e territorio; Social, che comprende tutte le iniziative con un impatto sociale; Governance, che riguarda aspetti più interni all’azienda e alla sua amministrazione). Per questo motivo anche la normativa europea alza l’asticella imponendo che il non financial report facoltativo e complementare al Bilancio finanziario si trasformi in un Reporting di sostenibilità incluso in un unico documento con il bilancio finanziario. 

Questo cambiamento del modello di business risponde al fabbisogno di nuovi prodotti e servizi per una società che è cambiata. Crescente è la domanda di sostenibilità da parte dei cittadini, infatti recenti indagini sui cambiamenti dei consumi a seguito della crisi Covid evidenziano che i consumatori guarderanno oltre che ad una vera e propria politica per la tutela della salute da effettuarsi da parte delle imprese, anche a consumi molto più consapevoli verso prodotti sostenibili e daranno preferenza, per taluni beni, ai prodotti locali, legati al territorio. A questo si aggiunge il crescente ricorso alle piattaforme di e-commerce. Questo cambiamento impatta su tanti settori, dall’automotive, a quello alimentare, al tessile e non solo nell’ambito della manifattura ma anche dei servizi.

Ecco perché, la volontarietà che ha caratterizzato dalla sua nascita la Responsabilità Sociale di Impresa non vale più a contraddistinguere necessariamente la condotta d’impresa responsabile, che, infatti, va assumendo una connotazione oggettiva e diventa, indifferentemente, parte integrante di codici di condotta e di standard internazionali, non meno che di leggi e regolamenti. 

La normativa sull'obbligo di rendicontazione di alcune informazioni non finanziarie, che, tra l'altro, richiama molti altri principi di responsabilità sociale, impone l’obbligo alle imprese ed ai gruppi di grandi dimensioni - e da facoltà alle altre imprese - di pubblicare, per ogni esercizio finanziario una dichiarazione contenente informazioni ambientali e sociali attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione. E’ stato dimostrato da molti studi internazionali che le aziende particolarmente attente alla Condotta d’impresa responsabile ed all’adozione di misure di rispetto della RSI hanno affrontato meglio e sono riuscite a superare con meno difficoltà la crisi economica scatenata dalla pandemia da Covid-19. Non dobbiamo pensare solo ad aspetti economici è vero  ma già questo ci permette di apprezzare diversamente il suggerimento ad impostare le attività economiche con un sguardo più concreto verso la RSI.

Per questo Merita è convinta che lo sviluppo sostenibile al SUD passi anche per una più marcata propensione alla Responsabilità Sociale di Impresa. Una strada che per le aziende del Sud è ineludibile se vogliono candidarsi alla ricostruzione del Mezzogiorno e del paese. Il ruolo strategico delle istituzioni nell’accompagnare questo percorso per le imprese, per il sistema del credito e per gli enti locali è fondamentale. 

Merita vuole sollecitare il dibattito di tutti gli attori coinvolti per attivare una riflessione sugli strumenti e le misure necessarie per realizzare un’accelerazione del processo di cambiamento del sistema produttivo del Mezzogiorno in questa direzione. 
 

Cosa chiede Merita alle istituzioni

Assicurare un accompagnamento del sistema delle imprese verso una sempre maggiore consapevolezza dei vantaggi connessi all’adozione dei comportamenti responsabili. Dare valore alle imprese che agiscono in modo responsabile e spingere le grandi imprese pubbliche a interagire per far crescere in questo senso le catene di fornitura e le PMI. 

Un settore del credito che sappia declinare il valore della parte non finanziaria del patrimonio dell’impresa fornendo liquidità e fiducia alle imprese che hanno una condotta responsabile e quindi un sempre maggiore peso dei criteri ESG. I contratti di lavoro collettivi e di secondo livello dovrebbero avere più spazio per questi elementi e in questo i sindacati possono condurre una significativa sensibilizzazione dei lavoratori.
 

Cosa segnala Merita al mondo delle imprese del Mezzogiorno

La Responsabilità Sociale di Impresa non è un tema avulso dallo stato di salute dell’impresa tale per cui solo le grandi imprese possono perseguirlo, né un elemento disgiunto dalla competitività. I vantaggi reputazionali e i benefici di governance per un approccio pienamente responsabile per ogni tipo di impresa sono dimostrabili sul campo.

La dimensione volontaristica della RSI si affievolisce e diviene sempre più evidente mano mano che viene assunta nel corpus normativo. Da quando sono state tracciate le due traiettorie di sviluppo Green e digitale è sempre più evidente che se le imprese più piccole non vogliono uscire dalle catene di fornitura diventa per loro essenziale conoscere  la normativa e praticare la RSI per evitare di essere scartate visto che le imprese già formalmente obbligate a rispondere a tali criteri sceglieranno sempre più le imprese conformi agli standard loro richiesti.
 

Cosa segnala Merita alle Università del Mezzogiorno

Negli atenei del Mezzogiorno ci sono più di 211 insegnamenti dedicati alla RSI. Occorre intensificare la trasversalità di questi insegnamenti e farne un reale ponte con le imprese affinché  l’insegnamento accademico non formi solamente persone che trasferiranno in impresa al loro ingresso questa consapevolezza ,  ma lungo il percorso, e non solo alla fine,  le imprese vengano associate all’insegnamento fertilizzando il tessuto produttivo del Mezzogiorno per consentire di cogliere tutte le opportunità dello sviluppo sostenibile.  

 

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