Vassallo, quel pezzo di verità che ancora manca
Amedeo Lepore - Il Mattino

Quest’anno il ricordo di Angelo Vassallo è differente da tutti quelli precedenti, perché tra pochi giorni avrà inizio il processo per fare chiarezza, si spera definitiva, sulla sua barbara uccisione. Si tratta di districare, come si sta verificando, un intreccio di responsabilità sorte principalmente intorno al traffico della droga e arrivate fino al punto di ricorrere all’omicidio del più determinato oppositore del crimine. Fino a qualche tempo fa si erano rincorse le più varie interpretazioni su quel tragico episodio, cercando perfino, da parte di alcuni, di screditare la figura del sindaco pescatore, attraverso le descrizioni più astruse della dinamica dei fatti o, peggio, provando a mettere in dubbio la sua comprovata onestà e intransigenza morale.
Oggi, qualsiasi dovesse essere l’esito del procedimento penale, ci troviamo di fronte a elementi inoppugnabili, che dimostrano la grandezza di un uomo semplice e tenace, di una scelta di vita appassionata dedicata alla sua comunità natìa. Questo impegno si è svolto seguendo alcune direttrici precise, che hanno riguardato la politica, l’economia, la cultura e il racconto. Angelo Vassallo era, innanzitutto, un sindaco di rara capacità amministrativa, in grado di entrare nelle pieghe di ogni problema e di assumere le decisioni più difficili, sulla base di un approfondimento di merito e di una consapevolezza delle procedure necessarie, grazie anche alla continua assistenza del segretario generale del Comune, che aveva scelto personalmente.
Non è stato solo l’insieme dei suoi provvedimenti “visionari” e dei suoi successi a definire il grande valore di quell’opera di governo di una piccola area del Cilento con al centro Pollica. Basti pensare alla riqualificazione filologica dei borghi di mare e di collina, alla promozione della dieta mediterranea come prodotto peculiare della terra, alla precoce partecipazione del Comune alla realizzazione dell’aeroporto di Pontecagnano, alla politica ambientale ante litteram calata in un contesto adatto a farla diventare fulcro di sviluppo, alla cura del mare, delle spiagge e del litorale con la conquista delle cinque vele della bandiera blu di Legambiente, fino al pensiero fisso della costruzione di un porto “modello” per favorire l’attrazione turistica, ma in dimensioni e qualità più che accettabili.
La politica di Vassallo si caratterizzava per la concretezza e la quotidianità di un compito: non vi era tratto dei suoi luoghi che non conoscesse a menadito, pronto a intervenire senza requie per affrontare le emergenze così come i problemi di fondo di Pollica e delle sue frazioni. Non si trattava di mero pragmatismo, ma di un “metodo” moderno per affermare una “politica del fare” unica nel suo genere, perché colta e popolare allo stesso tempo, capace di interpretare le esigenze di benessere dei cittadini e trasformarle in soluzioni adeguate e durature. Attraverso questa spinta costante, il sindaco riusciva a corroborare l’economia di un territorio che sembrava condannato a un destino di povertà, convertendo gli antichi vincoli, derivanti dall’isolamento che attanagliava il Cilento, in possibilità di crescita. La sua maggiore capacità era quella di anticipare i tempi, anche di molti anni, creando opportunità di sviluppo sostenibile.
Il senso della sua “politica economica”, se vogliamo impiegare questo termine, era quello di dare impulso a un processo organico di modernizzazione e, quindi, di progresso, all’interno di un contesto naturale e paesaggistico che poteva essere rigenerato con strumenti avanzati, attraverso il potenziamento dei suoi caratteri tipici. Anche il turismo, in questo quadro, doveva essere qualificato e rispettoso dei valori del mare, della terra e dell’aria circostante. Una forma di economia che si avvicinava molto alla capacità mostrata in seguito dalla bioeconomia circolare di armonizzare temi apparentemente inconciliabili. La cultura era intrinseca alla sua indole e non nasceva da un percorso tradizionale di apprendimento, ma completava gli altri aspetti della sua personalità, riportando le scelte adottate all’interno di un quadro sistemico.
Uno dei più importanti risultati della sua azione è stato indubbiamente il rilancio dei piccoli nuclei urbani di quel territorio, assecondando la vocazione dei luoghi: la cittadina del mare cara a Hemingway e a un turismo raffinato, il borgo del teatro e del caffè letterario, il paese della dieta mediterranea e della pesca, le frazioni intermedie del bosco e della natura, il centro amministrativo e culturale. Tutte forme di un approccio immaginifico e creativo a una realtà che aveva bisogno di essere vissuta e raccontata, come passaggio fondamentale per essere rafforzata e resa prospera. La situazione attuale richiederebbe maggior riguardo e consapevolezza per un’esperienza straordinaria, cercando di cogliere il senso di un lascito prezioso e combattendo un’omologazione che rischia di indebolire la prospettiva perseguita dal sindaco pescatore.
Ben oltre i confini della sua terra, Angelo Vassallo è diventato, in questo quindicennio, sempre più popolare e amato, venendo considerato un esempio di buona politica da emulare. Questo mito positivo gli restituisce una memoria viva e parte dell’esistenza perduta, ora spetta alle istituzioni e alla giustizia riportare la verità al centro di questa storia, dando a lui e alla sua famiglia il pezzo di certezza che ancora manca.
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