Sviluppo, piano trasporti per la Campania
Francesco Tavassi - la Repubblica
La Regione Campania possiede infrastrutture di elevatissima potenzialità, che permettono già - ma che potrebbero farlo ancora meglio - lo sviluppo economico del Mezzogiorno, nel quadro del sistema Mediterraneo.
È auspicabile che la Regione si doti di un Piano dei Trasporti, partecipato dagli stakeholders e rigoroso, ossia basato su analisi e simulazioni. Il Piano deve riguardare tutte le attività di trasporto e logistica, indipendentemente dalle competenze gestionali.
Rappresento Confindustria al Tavolo di Partenariato presso l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, e partecipo al processo consultivo di gestione dei porti di Napoli, Salerno, Castellammare di Stabia. Ritengo però che una amministrazione ottimizzata degli scali marittimi passi per l’integrazione con i porti di Torre Annunziata e Pozzuoli, di competenza della Regione e di primaria importanza commerciale.
E, naturalmente, con i porti delle tre isole del Golfo.
Prioritaria, poi, è la realizzazione di collegamenti tra gli scali marittimi e i nostri due Interporti, Nola e Marcianise. Piattaforme all’avanguardia e pivotali per la logistica, essi sono di fatto i nostri retroporti.
La scadenza è epocale: il pacchetto di riforme UE “Fit for 55”, per la neutralità climatica, punta ad abbattere le emissioni di poco più del 40% entro il 2030. Da operatore logistico, guardo con attenzione alla sfida di decarbonizzare il trasporto su strada delle merci. Quello su gomma è ancora il trasporto più capillare, ma contingentarlo è possibile. La logistica si impegna a compattare i carichi, ma le infrastrutture sono cruciali.
La mia azienda sta investendo nella creazione di un nuovo impianto logistico, nell’area ZES dell’Interporto Campano: la nostra neostruttura sarà raggiunta, grazie allo sforzo congiunto con Interporto, da un ramo binario dedicato.
La sostenibilità delle infrastrutture passa per il trasporto aereo. Il nuovo aeroporto di Salerno, attivo da giugno 2024, punterà a decomprimere il city airport di Capodichino. L’aeroporto di Napoli, 12 milioni di passeggeri entro la fine del 2023, vede monitorate performance di sostenibilità. Ma sconta l’assenza di una viabilità adeguata. I due aeroporti, in coordinamento tra loro, offriranno servizi integrati per lo sviluppo turistico della nostra Regione.
Concludono il disegno infrastrutturale le strade. E il trasporto su ferro, cittadino ed extraurbano. L’ammodernamento degli assi viari concorre direttamente all’abbattimento delle emissioni. Come il trasporto territoriale su ferro.
Da anni si discute, in modo farraginoso, di come accompagnare la crescita incrementale della Campania, che ci si aspetta da precisi comparti. Il turistico, la produzione energetica. Il commercio delle rinfuse, le riparazioni navali e la cantieristica.
Lo sviluppo dell’import ed export di merci finite e di materie prima passa per l’intermodalità, con l’adeguamento delle vie del mare; la nascita dei distripark retroportuali; una distribuzione cittadina allineata ai criteri della city logistics.
Tutto quanto descritto finora è indispensabile al decollo delle ZES, inteso soprattutto come capacità di attrarre nuovi insediamenti industriali, italiani e stranieri.
Un Piano Integrato dei Trasporti, dunque, è indispensabile per affrontare in modo unitario il processo di sviluppo dei prossimi trent’anni, senza inutili contrapposizioni e con certezza assoluta dei tempi.
Tutto quello che si dovrà fare, per migliorarsi e per stare al passo con i tempi, dovrà essere programmato in una cabina di regia unica. Che abbia sul tavolo la cartina geografica analitica della nostra Regione, a prescindere da chi gestisce porti, interporti, reti ferroviarie e le infrastrutture pubbliche.
Solo così potremo sostenere le enormi potenzialità che abbiamo, e gestire, nel miglior modo possibile, la felice crescita che attende la Campania.
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