Il Decreto Sostegni, boccata d'ossigeno per il Meridione
Claudio De Vincenti - Corriere del Mezzogiorno
Con il Decreto Sostegni il Governo ha predisposto le misure e le risorse per gestire il prolungarsi della crisi economica e sociale dovuta alla pandemia: un intervento che rappresenta una boccata d’ossigeno per il tessuto produttivo e che fronteggia le situazioni di maggiore fragilità, con ricadute importanti per il Mezzogiorno. E’ questa la base necessaria per affrontare le due sfide più importanti su cui il Governo verrà giudicato, perché decisive per il futuro del Paese: la campagna vaccinale che deve portarci fuori dall’emergenza sanitaria; il Recovery Plan che deve gettare le basi per la ripresa post-pandemica.
L’ossigeno al tessuto produttivo passa principalmente per quattro tipi di strumenti previsti dal decreto. Il primo consiste nell’introduzione a favore di imprese e partite IVA di un contributo a fondo perduto che copre una parte (limitata) della perdita di fatturato da loro subita nel 2020. Il secondo strumento è il prolungamento degli ammortizzatori sociali per i lavoratori dipendenti (Cassa integrazione ordinaria e in deroga) e il conseguente aumento significativo della dotazione di risorse per il 2021 rispetto a quelle stanziate dalla Legge di bilancio del precedente Governo. E, in una logica sempre di contenimento degli effetti negativi della crisi sull’occupazione, la possibilità di rinnovare i contratti a termine in scadenza senza bisogno di causale. Il terzo, che svolge anche un ruolo di copertura di situazioni più fragili, consiste in un insieme di indennità per i lavoratori stagionali o intermittenti o autonomi non tenuti alla partita IVA, con impatto particolarmente significativo nei settori del turismo, della ristorazione, dello spettacolo. Il quarto strumento rifinanzia in misura significativa le attività di competenza degli enti locali, in particolare Comuni, Città Metropolitane e Province, per compensare la caduta di entrate tributarie e i maggiori disavanzi delle aziende di trasporto pubblico locale.
Per le situazioni di maggiore fragilità, oltre ai provvedimenti che ho richiamato e che ovviamente hanno ricadute – specie quelli su lavoro ed enti locali - anche su questo versante, il decreto prevede un più facile accesso all’indennità di disoccupazione, il rifinanziamento del reddito di cittadinanza e il prolungamento del reddito di emergenza. Inoltre, stanzia risorse importanti per interventi sulla scuola, sia in termini di predisposizione di condizioni di maggior sicurezza per la didattica in presenza, sia in termini di coinvolgimento degli studenti e contrasto alla dispersione, sia in termini di dotazioni delle famiglie per la didattica a distanza. E, infine, aumenta le risorse a disposizione del Fondo per il Terzo Settore, che svolge un ruolo importante nella cura delle situazioni di maggiore difficoltà sociale.
L’impatto sul Mezzogiorno di questo insieme di provvedimenti si legge facilmente in filigrana. Non solo perché il rifinanziamento di reddito di cittadinanza e reddito di emergenza tocca aree di sofferenza sociale particolarmente presenti al Sud. Così come l’intervento sulle condizioni di svolgimento della didattica è di particolare rilievo per le scuole meridionali, al punto che il decreto prevede giustamente uno stanziamento specificamente dedicato a ridurre la carenza di strumenti informatici nel Mezzogiorno. Ma anche le misure di sostegno ai lavoratori stagionali e precari del turismo, dello spettacolo, della ristorazione e la possibilità di rinnovare i contratti a termine toccano corde molto sensibili nelle Regioni meridionali. Altrettanto vale per la Cassa integrazione – decisiva in tante situazioni di crisi, dall’Ilva alla Whirlpool – e per il contributo a fondo perduto, per quanto limitato, alle imprese medio-piccole e alle partite IVA a fronte del rischio – più forte al Sud – di pesante rarefazione del tessuto produttivo e imprenditoriale a causa della crisi in corso.
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