Recovery Plan: oltre la riqualificazione c’è una “vita” da cambiare
Angelo Colombini - Il Sussidiario.net
Imparare in ambienti di apprendimento costruiti e riqualificati in modo innovativo con le moderne tecnologie di costruzione, sicuri, ampi, riscaldati, rinfrescati, illuminati e privi di amianto in modo eco-sostenibile, con attenzione al risparmio energetico, dotati di tutti i dispositivi di connessione veloce e collegati al territorio circostante con mezzi di mobilità sostenibile è un sogno che può finalmente diventare realtà.
Il Next Generation Eu ha messo a disposizione dell’Italia circa 209 miliardi che nella bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono saliti a 220. Di queste risorse molte sono dirette all’edilizia scolastica, attraverso piani che dovranno portare la fibra ottica nelle scuole, realizzare il risanamento strutturale con anche la riqualificazione degli edifici e costruire nuove sedi scolastiche.
Questa è l’occasione per adeguare il patrimonio edilizio scolastico alle norme di sicurezza, alle rinnovate esigenze della didattica inclusiva e di ridurre il numero di alunni per classe. Insomma, di fare delle scuole un punto di attrazione per incentivare la mobilità sostenibile. Gli interventi di edilizia scolastica, che il programma di efficientamento energetico permette di finanziare, si possono associare a interventi sulla mobilità e micro-mobilità elettrica, in grado di migliorare la qualità della vita e ridurre le emissioni inquinanti.
In ogni quartiere, attorno agli edifici scolastici che con efficientamento termico e pannelli solari possono diventare “produttori netti di energia”, si potrebbe organizzare un sistema di micro-mobilità basato su minibus, scooter e auto elettriche che può creare un’economia circolare “di vicinato”, generando anche nuove opportunità occupazionali.
Integrando questa visione con incentivi all’acquisto di mezzi di trasporto elettrici si può innescare un circolo virtuoso che spinge le famiglie a scelte responsabili. L’edificio scolastico sarà in grado di soddisfare tutto il proprio fabbisogno energetico e di produrre il surplus di energia che alimenti gli strumenti di mobilità elettrica, destinati in primis alla comunità di zona che ruota attorno alla scuola: alunni e loro famiglie, personale scolastico.
Un inizio interessante potrebbe vedere il nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, promotore di una sperimentazione che, individuando sedi scolastiche pilota al Nord, Centro e Sud Italia sulla base di loro caratteristiche favorevoli a questa innovazione, utilizzi le prime risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
È necessario un lavoro di coordinamento e collaborazione tra tutti i soggetti del territorio a partire dagli enti locali, alla comunità scolastica, famiglie, aziende del settore. Bisognerà accompagnare l’operazione con una campagna di informazione e comunicazione che coinvolga la comunità e la incentivi ad acquisti e comportamenti responsabili verso l’ambiente e la salute.
I benefici che se ne possono trarre sono molti: riduzione dell’inquinamento e dei costi per il consumo dell’energia, meno traffico e recupero dei tempi di vita, creazione di posti di lavoro nel territorio legati non solo alla realizzazione delle opere ma anche alla loro manutenzione.
In un paese in rinascita, non possiamo pensare di utilizzare le risorse assegnateci per una restaurazione dell’ordinario, ma è nostro dovere abbracciare i cambiamenti e guidarli, se non vogliamo esserne travolti.
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