05 luglio 2021   Articoli

Giuseppe Coco: «Il punto debole del Cashback: il recupero dell’evasione costa troppo»

Giuseppe Coco - Osservatorio Riparte l'Italia

Giuseppe Coco - Professore di economia politica

Il governo ha nei giorni scorsi cancellato il c.d. cashback per il secondo semestre. Va ricordato che il cashback è solo una delle misure del Piano Italia Cashless, che mira a modificare in maniera decisiva le abitudini di pagamento degli italiani con l’obiettivo finale di limitare l’uso del contante e per questa via anche l’evasione fiscale. Si tratta di obiettivi condivisibili, l’uso del contante nel nostro paese è certamente eccessivo e certamente correlato all’evasione (ma anche all’economia criminale). 

Tuttavia delle varie misure del Piano (ad es. il credito di imposta sulle commissioni agli esercenti e i imiti all’uso del contante) le uniche a sollevare perplessità sono state le più innovative, in particolare la lotteria degli scontrini e il cashback stesso. Dubbi consistenti sono stati sollevati dalla BCE che in una lettera di dicembre 2020 invitava il governo italiano a verificare la proporzionalità della misura (e del disincentivo al contante) rispetto ai suoi presumibili effetti.

La sospensione della misura è stata anch’essa accolta con grosse polemiche, e una velata accusa a Draghi, che ha rivendicato personalmente la sospensione, di non essere sufficientemente contrario alla evasione. 

Un giudizio vero sulla misura può essere dato solo sulla base di evidenze sul recupero di evasione. Tuttavia in questi giorni sono circolate delle stime della Ambrosetti House, basate peraltro su survey che indicano un consistente effetto del cashback sui consumi, sui pagamenti elettronici e quindi sull’evasione. I consumi addizionali stimati per il 2021 sarebbero 9,3 mld euro e il gettito addizionale nei tre anni (20-21-22) dovuto a cashback sarebbe poco meno di 4,5 mld. Euro. Sembrano cifre impressionanti ma in realtà non lo sono molto in relazione al costo della misura, che è considerevole. La dotazione di spesa (ovvero la previsione ragionevole del cashback da corrispondere) è di quasi 5 miliardi, un po' superiore al recupero di evasione. La misura sarebbe quindi per lo Stato un costo netto ed eventualmente trasferirebbe risorse dalle imprese che evadevano a soggetti beneficiari del cashback. 

Il Presidente del Consiglio ha messo in luce effetti distributivi avversi. In effetti appare improbabile che tra i 100mila beneficiari del superpremio di 1500 euro ci siano persone in difficoltà economiche, anche se è altrettanto improbabile che persone molto benestanti si impegnino più di tanto nell’ottenimento del supercashback. E’ probabile che a beneficiarne di più siano classi medio-alte non imprenditoriali.

E’ pero preoccupante invece che, al netto del fatto che sulla base dei dati della Ambrosetti House c’è una perdita netta per lo Stato, tutto il meccanismo implica un dispendio di risorse dirette (la parte dell’amministrazione devoluta alla gestione e controllo del sistema) e indirette (il tempo dei consumatori ed esercenti nella partecipazione al meccanismo), cui non fa riscontro alcun vantaggio per la società. Si tratta di una pura dispersione di risorse che potrebbero essere usate per attività più gradevoli (dai consumatori ad esempio) o più profittevole per la società (dallo Stato, gli esercenti e i consumatori stessi). In altri termini ci scordiamo spesso che il gettito di una imposta non può giustificare la spesa per raccoglierla. Deve essere perlomeno un multiplo perché la cosa abbia senso. 

Allo stesso tempo il meccanismo genera costi aggiuntivi in termini di commissioni bancarie. Infine ci sono distorsioni nei comportamenti di consumo nella misura in cui alcuni di essi non sarebbero stato effettuati senza cashback (ma questo ovviamente può essere anche un beneficio in una recessione). 

Un giudizio completo può essere dato solo quando ci siano dati effettivi sul recupero di gettito che rimane l’obiettivo principale. Forse per questo la misura non è stata revocata del tutto ma solo sospesa per un semestre nell’attesa di una valutazione. Nel complesso oggi però non ci sono grosse evidenze a sostegno della razionalità e proporzionalità del cashback nella versione attuale.

 

Report 2021Italia Cashless: cambiamenti in atto e prospettive future 6° edizione

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Economia

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