Economia reale e narrazione
Giuseppe Coco - Corriere del Mezzogiorno
Come sta andando la Puglia? Circa un mese fa l’Istat ha pubblicato statistiche importanti sui conti pubblici territoriali del 2019. L’assessore Delli noci, ha commentato entusiasticamente l’andamento dei nostri dati, come già aveva fatto l’anno scorso Il Presidente Emiliano. La Puglia cresce nel 2019, prima della pandemia, come le più dinamiche regioni del Nord e più della media del Mezzogiorno e del paese. Negli ultimi 4 anni cresce quasi dell’1 per cento l’anno. Inoltre il reddito disponibile delle famiglie cresce in misura miracolosa addirittura del 1,2% nel 2019. Grande soddisfazione e prova di buongoverno.
Ci piacerebbe condividere questo entusiasmo. Proviamo a analizzare i dati e le affermazioni e darne una interpretazione ragionevole. In effetti la Puglia cresce come Emilia Romagna e Lombardia nel 2019, ma il tasso di crescita del PIL è dello 0,7%, ed indica piuttosto lo stato comatoso dell’economia nazionale che una forza prorompente della Puglia.
Se allarghiamo lo sguardo agli ultimi 5 anni troviamo che la Puglia cresce del 4,3%, quasi un punto meno della media nazionale ma 1,5 punti in più della media del Mezzogiorno. Perde terreno quindi anche rispetto al nord ma si colloca per così dire a mezza strada rispetto a regioni del sud, che ne perdono di più. Anche in questo caso mi pare, un dato che va commentato con parziale sollievo al più, ma di certo non autorizza una grande soddisfazione.
Infine il dato più interessante è quello che riguarda la crescita del reddito disponibile. Qui in effetti abbiamo una vera stranezza. Infatti il comunicato non ricorda che stranamente il reddito disponibile pugliese cresce parecchio (1,3%), ma meno di quasi tutte le altre regioni meridionali. Ma come mai se il Pil cresce di più il reddito cresce meno? L’arcano è presto svelato. Nel 2019 è entrata a regime la misura del reddito di cittadinanza che ha aumentato il reddito disponibile delle famiglie in tutte le regioni meridionali, ma un po' di meno in Puglia. Lungi dall’essere un miracolo delle politiche economiche del governatore, la crescita del reddito dei pugliesi dipende in gran parte da una politica nazionale con forti ricadute sul Mezzogiorno.
Tirando le somme, l’economia pugliese non è la meno dinamica in Italia e, soprattutto nei periodi di recessione, soffre meno di altre regioni del sud probabilmente per ragioni legate alla minore (ma crescente) presenza di criminalità organizzata. Ma ha gli stessi gravissimi problemi strutturali. Il Rapporto sull’Economia della Puglia della Banca d’Italia del 2020 riporta un dato che è emblematico della nostra situazione. Confrontata con regioni della Unione Europea simili per struttura sociale ed economica e Pil pro-capite, la Puglia perde terreno ad un ritmo di 1 punto di PIL all’anno dal 2008 (prima la perdita era ancora maggiore). Quasi l’intera differenza si spiega con la performance pessima della produttività oraria del lavoro, negli ultimi anni anche causata da un persistente e drastico calo dell’investimento. Non sono problemi specificamente pugliesi, quanto italiani e del Mezzogiorno.
Non si tratta di auto-flagellarci o di indossare il cilicio. Ma forse una maggiore prudenza sarebbe necessaria. Anche perché se dobbiamo reagire, il primo passo è essere consci che non sta andando tutto ‘alla grande’.
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